Descrizione
Un patrimonio culturale della comunità
Il sito delle “Motte” di Castelminio (denominazione adottata nel 1957, in luogo di “Brusaporco”) è la testimonianza in larga parte visibile delle strutture del medievale castello (castrum) appartenuto alla famiglia Tempesta, tra la fine del secolo XII e il 1325, anno della distruzione della fortezza.
Feudatari del castello di Noale, i Tempesta sono documentati nel 1204 come signori di Brusaporco (domini de Brusaporco) località nella quale dispongono di beni e giurisdizioni, amministrati nel 1291 dal dominus Bonaventura del fu Saladino.
Nel 1313, Artico Tempesta dispone lavori di manutenzione ai castelli di Noale e Brusaporco, il cui possesso è documentato due anni dopo nelle mani dello stesso Artico e dei fratelli Guecello e Ziliolo. Espliciti riferimenti al castello di Brusaporco si ritrovano in un atto notarile dell’1 giugno 1318, redatto proprio nella fortezza (actum in castro de Busaporcho).
Il documenta svela elementi significativi della dimensione ‘strutturale’ e ‘feudale’ del castrum: la presenza di circhis, cioè la disposizione intorno al castello di apparati di difesa ed abitativi (terrapieni, fossati, residenze e magazzini); il riferimento a vassalli e servi, che comprova l’allestimento da parte dei Tempesta di un sistema di controllo e gestione dei loro beni imperniato su vassalli, ai quali era affidata l’amministrazione dei terreni lavorati da servi.
Nel 1325, il castello fu occupato e distrutto dalle truppe del signore veronese Cangrande della Scala, impadronitosi di Treviso e della Marca.
La mappa napoleonica del Comune censuario di Brusaporco (Castelminio), delineata tra il 27 maggio e il 30 luglio 1810, illutra la prima rappresentazione grafica in assoluto del sito delle “Motte”.